Sergio, il mio Volkswagen T2 del 1971

Si, il mio T2 ha un nome proprio, SERGIO.

Non sono pazzo, il vero pazzo (vespazzo per l’esattezza) e’ quello che me lo ha venduto e consegnandomelo mi ha detto “io lo ho sempre chiamato Sergio”.

Da allora per me e chiunque lo abbia mai conosciuto lui e’ IL Sergio.

Mio figlio, fin da piccolissimo, se ne e’ subito innamorato e per lui tutti i furgoni Volkswagen sono “Sergi”.

Indicativamente i suoi dati sono:

  • Volkswagen T2 PickUp del 1971
  • Cilindrata 1600cc
  • Cavalli 45
  • Posti a sedere 3
  • Capacita’ di carico circa 950Kg
  • Consumi circa 8-9Km/l

Il suo stato di salute e’ sempre precario, il suo attuale meccanico (cioe’ io) non lo cura come meriterebbe, un po’ per le sue scarse capacita’ ed un po’ per le scarse risorse economiche del proprietario (sempre io).

chroot – easy way

Fare il chroot su un sistema linux può risolvere un bel numero di problemi.

Di solito si usa per accedere al disco di un sistema che non ne vuole sapere di avviarsi correttamente e sul quale quindi non si riesce ad accedere.

La soluzione consiste nell’avviare un altra distro Linux che abbia la possibilità di montare il disco del sistema problematico, questa può essere una live o un altro PC al quale si collega fisicamente il disco (anche via adattatore USB).

Le operazioni da fare sono semplici e vanno fatte da ROOT (o con sudo davanti).

Inanzi tutto si deve montare il sistema “rotto” ,supponiamo che il device sia /dev/sdb1 e lo si vuole montare in /mnt/rotto (creare la cartella di destinazione se non esiste)

 mount /dev/sdb1/ /mnt/rotto

fatto questo si può navigare il contenuto del sistema ma le modifiche che si possono fare spesso non sono sufficienti a risolvere i problemi. Un problema tipico e’ un errore dovuto ad un aggiornamento andato male… per risolverlo ci si deve “loggare” sul sistema e per farlo ci si deve montare altre due partizioni per far conoscere al sistema “rotto” l’infrastruttura che lo ospita. Le cartelle interessate sono “dev” e “proc”

mount -o bind /dev /mnt/rotto/dev

l’opzione bind di mount e’ un po’ come duplica… almeno credo :). Manca ora “proc” da montare.

mount -t proc none /mnt/rotto/proc

Fatto questo e’ ora possibile accedere al file-system del sistema “rotto” e usarlo come se ci si fosse loggati normalmente… o quasi dai.

chroot /mnt/rotto

ecco,siamo DENTRO! Ed una volta dentro anche un semplice “apt update && apt upgrade” potrebbe salvare il sistema “rotto” 🙂

per uscire dal chroot basta un semplice

exit

e si torna al sistema precedente, ricordarsi di smontare tutto e via.

VM su CLOUD.GOOGLE.COM

cloud.google.com (o Google Cloud Platform) e’ un bel servizietto di google per … beh un sacco di roba, molta della quale non so neppure cosa faccia.

La cosa che pero’ ho scoperto e’ che appena ci si iscrive lo si può provare a gratis usando una sommetta che ti viene messa a disposizione.

Lasciando perdere questa sommetta (che volendo si può usare fino ad esaurimento e poi basta) google mette a disposizione una ben specifica tipologia di macchina virtuale a GRATIS basta rispettare alcune caratteristiche. Tra le caratteristiche c’e’ che questa macchina può avere un indirizzo IP PUBBLICO FISSO ed e’ quindi possibile assegnargli un nome di dominio per poter raggiungerla comodamente. (I nomi di dominio si registrano a parte, magari si possiede come nel mio caso un dominio e giocando con i DNS si puo’ assegnargli un sottodominio come git.baviero.it

Tutto ben spiegato in QUESTO link.

Interessante e’ sapere che non e’ che si ha gratis 1 VM… si ha gratis L’USO di 1 VM all’interno del mese con quelle caratteristiche.

Questo significa che se ci si fa’ ,ad esempio, 2 VM con quelle caratteristiche e le si tengono accese ENTRAMBE per 15gg si ha consumato tutto il tempo disponibile… ma le macchine erano 2 e magari diverse.

Detto questo facciamo un riassunto delle caratteristiche che deve avere questa macchina per essere GRATIS

Dopo aver creato un progetto, ci si può finalmente creare una VM.

  • Zone – Le zone disponibili sono tre e ben definite, non cercare di crearla in europa tipo 🙂
  • Tipo di macchina – Serie N1 e tipo F1-MICRO 1vCPU, 614Mb di memoria
  • Disco di avvio – Una distribuzione di quelle base o personalizzata, tutte quelle molto belle sul market sono a pagamento.
  • Consentire accesso completo alle API di Cloud
  • Consentire traffico HTTP HTTPS – vedete voi lo scopo della macchina
  • SICUREZZA – aggiungere una chiave privata alla fine della quale mettete un nome di utente (es: ssh-rsa AAAAB3N… …zadgfdvsfdafdfvfd paolo)
  • DISCHI – eliminare disco di avvio quando si elimina istanza (altrimenti se la cancellate il disco resta li a far polvere e a costare)

Eccola creata. Una volta creata si deve sistemare la configurazione della rete per avere l’ip pubblico statico e per aprire le porte giuste. Per fare questo una volta creata si clicca sui 3 puntini sulla dx della istanza e si va in DETTAGLI DI RETE, poi su Indirizzi Ip esterni ( sulla SX) e li si imposta statico dandolgli il nome dell’istanza per poterselo ricordare che e’ di quella macchina.

Ecco dove si imposta l’IP statico

Adesso si sistema il firewall , se avete gia’ impostato http,https allora siete raggiungibili.

Sunto veloce ma sufficiente per imbastire una macchinina 🙂